STANZA DELLA TESSITURA

Pochi scalini separano la cucina dalla stanza del lavoro al telaio.
Qui il protagonista è il grande telaio a testimonianza di una delle più complicate occupazioni femminili: la tessitura. Soprattutto quando la stagione non permetteva il lavoro nei campi, le donne erano impegnate in questa complicata arte, considerata un’attività complementare a quella agricola.
La coltivazione della canapa permetteva di disporre del filato necessario per il fabbisogno familiare. Si producevano: lenzuola, tovaglie, coperte, biancheria per la casa, fasce per neonati e corredo ad uso agricolo; solo se avanzava del tessuto si cercava di venderlo per ottenere un piccolo ricavo.
La stanza conserva numerosi altri strumenti, utilizzati per le operazioni preliminari di lavorazione e trasformazione della canapa. Dopo la macerazione si procedeva alla gramolatura per mezzo della gramola per separare la fibra dalla parte legnosa; i pettini, di varie dimensioni permettevano di sfibrare e allungare i fili; il filatoio serviva a produrre il filo e l’incannatoio alla preparazione dei cannelli per l’ordito.
La laboriosa preparazione dell’ordito e la tessitura vera e propria erano attività tramandate e svolte dalle donne. I tessuti, così prodotti, venivano poi decorati con diversi stampi, nei colori tradizionali del blu e del ruggine.